Venezia, 20 febbraio 2021 (more veneto)
In questo momento critico, la Repubblica Veneta rinnova la sua solidarietà alla popolazione russa del Donbass, che continua a pagare il prezzo di non essersi sottomessa al golpe di “maidan” del 2014.
Se il Governo della Federazione Russa dovesse riconoscere l’indipendenza e sovranità delle Repubbliche di Donetks e Lugansk, la Repubblica Veneta non potrà che condividere questo passo di giustizia internazionale.
Va precisato che non è il Donbass ad essersi escluso dall’Ucraina, ma è l’Ucraina ad aver sciolto nel 2014 il suo patto costitutivo; le Repubbliche di Lugansk e Donetsk sono state le conseguenze democratiche e inevitabili del golpe di “maidan”.
Dunque, le scelte del Donbass sono scelte legittime e vanno rispettate dai Paesi sinceramente democratici.
La gravissima tensione creata in queste ore attorno a una paventata invasione russa dell’Ucraina è tutta riconducibile alla contorta politica coloniale americana sull'Europa, sostenuta dalla sua agenzia NATO.
Il Governo della Repubblica Veneta condanna altresì la guerra economica in corso espressa con le ondate di sanzioni economiche illegittime e contrarie al diritto internazionale contro la Russia e la Bielorussia.
Le politiche europee dettate da Washington avranno come sicura conseguenza la morte del già moribondo Consiglio d’Europa, un organismo nato per concertare un armonico sviluppo giuridico del continente europeo.
La politica aggressiva della Nato, l’aggravio delle sanzioni contro la Russia non possono che portare a un profondo deterioramento della relazioni di pace tra le nazioni europee.
La Repubblica Veneta persegue il suo diritto alla propria indipendenza e sovranità nel quadro di un piano politico per l’emancipazione dell’Europa in una Confederazione di nazioni unite e solidali, nel rispetto delle loro autonomie giuridiche e democratiche.
Venezia, 20 febbraio 2021 (more veneto)
Come abbiamo scritto nel nostro comunicato di oggi, un effetto certo della crisi “ucraina” sarà l’affossamento del Consiglio d’Europa di Strasburgo, l’organismo che la Repubblica Veneta aveva prescelto per una mediazione risolutiva e giuridica della questione veneta.
La strategia americana, che guida il blocco “occidentalista”, prevede la rottura totale dei Paesi europei con la Russia e, dunque, prima di tutto, l’esclusione della Russia dal Consiglio d’Europa di Strasburgo per delegittimarne l’appartenenza al mondo del diritto e del “bene”!
In questa montatura del conflitto con la Russia che ricorda le campagne preparatorie delle guerre all’Irak, alla Libia e alla Siria, una risposta coraggiosa che la Russia potrebbe dare, sarebbe quella di favorire il riconoscimento della Repubblica Veneta, nazione europea in stato di occupazione contro il diritto internazionale, proponendo al Consiglio d’Europa, prima del proprio defenestramento, la messa all’ordine del giorno dell’adesione della Repubblica Veneta come 48° Stato aderente allo stesso organismo, un atto che favorirebbe il nostro confronto con gli Stati (Francia, Austria e Italia) che portano la responsabilità dell’occupazione e sottomissione coloniale della Repubblica Veneta.
In questo momento critico, rivolgiamo questa proposta al Cremlino, attraverso l’Ambasciatore a Roma Sergey Razov.
I Veneti per storia e tradizione continuano a ritenere la Russia un Paese amico e un affidabile e credibile interlocutore europeo.
Venezia, 20 febbraio 2021 (more veneto)